Sala B



Dedicata a Francesco e a quella devozione al Crocifisso che rappresenta uno dei nodi centrali nella sua spiritualità, la Sala B è dominata dalla Croce di Giunta Pisano, primo esempio in Italia di "crocifisso patiens" in una croce monumentale. Di questa particolare iconografia, nata nell'Oriente Bizantino tra il IX e l'XI secolo, i Francescani sono stati tra i principali diffusori perché attraverso di essa si sottolinea anche la natura umana di Cristo che è rappresentato, anziché vivo e trionfante sulla morte, pendente senza vita dal legno della Croce.

Quella del museo, che secondo la maggioranza degli storici dell'arte è la più antica delle croci di Giunta Pisano conservatesi fino ai nostri giorni, fu realizzata probabilmente dall'artista proprio per la Porziuncola e all'interno di quest'ultima l'opera doveva poggiare sopra un'iconostasi (tramezzo di divisione tra presbiterio e navate), sorretta dal retro tramite una fune.

L'icona del Maestro di San Francesco è la più antica immagine del Santo custodita alla Porziuncola. Secondo la tradizione la tavola, probabilmente in origine collocata nella Cappella del Transito, potrebbe essere stata ricavata da quel tavolaccio sopra cui Francesco solitamente dormiva e dove il suo corpo giacque dopo la morte, quando fu portato dalla Porziuncola ad Assisi per la solenne sepoltura.

Attribuita a Cimabue su basi stilistiche, la tavola raffigurante San Francesco ci restituisce, infine, l'immagine del Santo più prossima al ritratto delineato da Tommaso da Celano nella Vita Prima (XXIX, 465). L'opera, secondo la tradizione, fu dipinta sul legno del coperchio della cassa mortuaria di Francesco.


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